Fà girà al có
- Zed1
Marco Burresi (nome d’arte “ZEDONE”) è nato a Firenze nel 1977, è autodidatta.
Ha iniziato facendo lettering per strada e dipingendo sui treni.
Nel 2002, la svolta stilistica: affascinato da un festival di teatro di strada a Certaldo, ha dipinto su tela la prima marionetta e da allora rappresenta i suoi personaggi come marionette.
è pittore e urban artist di primissimo piano in Italia e all’estero.
L’opera racconta la donazione del teschio di San Lazzaro alla comunità covese.
Nel 1443, mentre Bartolomeo Colleoni combatteva a Senigallia (nelle Marche), il suo cappellano “fra’ Bellino Crotti” trovava in una chiesetta fuori città le reliquie di Santa Maria Maddalena e di San Lazzaro.
La leggenda narra che, quando il Colleoni passò da Covo, le campane si misero a suonare senza che nessuno le toccasse e i cavalli non vollero proseguire il percorso.
Questo miracolo spinse il Colleoni a donare a Covo una delle due reliquie.
Da allora il teschio di San Lazzaro è conservato a Covo, oggi custodito nella Chiesa parrocchiale.
San Lazzaro è il santo patrono di Covo, festeggiato il 17 dicembre.
L’artista cala la leggenda in un mondo immaginario e fiabesco.
Cosa vediamo?
Da sinistra a destra:
Lazzaro, avvolto in bende, resuscita. La testa si libera dalle bende.
Una benda raggiunge il cavallo, su cui è riconoscibile lo stemma di Bartolomeo Colleoni.
Il condottiero è raffigurato ai piedi dell’animale, disarcionato.
Seguono due figure, quella di fra’ Bellino Crotti e di un chierichetto, entrambi tesi verso una testa (che è il teschio di San Lazzaro).
L’ultima figura è il parroco di Covo che riceve la reliquia e le dà una collocazione adeguata in un reliquiario.
Lo stile di Zedone è inconfondibile: siamo in un mondo immaginario e fiabesco, le figure sono burattini in posizioni impossibili e disarticolate, con mani, braccia e teste tese.
Due curiosità
Il titolo dell’opera è in dialetto per volontà dell’artista e ha un doppio significato:
la testa che gira è quella di San Lazzaro
la testa che gira è quella dello spettatore che, per guardare l’intera opera, deve girare la testa!
Il murale si sviluppa in orizzontale e, per la prima volta per Covo, copre due lati di un edificio.
Mappa dei Murales
La visione di CURE è duplice, la prima e più evidente è il dare vitalità e qualità al territorio attraverso l’arte urbana ed iniziative varie, la seconda è invece quella di costruire e rafforzare il rapporto che la popolazione, e principalmente i giovani, hanno con il nostro territorio, il contesto in cui viviamo e radicare in essi un profondo senso di appartenenza e un atteggiamento proattivo davanti alle problematiche sociali, costruendo così un buona base di cittadinanza attiva e partecipata.