È l’unica sopravissuta, insieme ad un altro piccolo edificio (detto il “vedovo”), del castello dotato di nove torri e due fossati, edificato tra il 1261 ed il 1264 dal ghibellino Buoso da Dovara, signorotto cremonese, che qui si stabilì a governare. Signore di Covo sin dal 1250, Buoso fece parte dapprima di un triumvirato con Oberto Pallavicino ed Ezzelino da Romano, che poi tradì (tant’è che Dante lo descrive all’Inferno nella sua Divina Commedia). A seguito di questi fatti nel giugno del 1266 il castello di Covo venne attaccato, e poi espugnato, dai guelfi guidati da Napo della Torre, già Signore di Milano, con una nutrita schiera di Bergamaschi delle Valli. Buoso riuscì a fuggire fortunosamente, i covesi ottennero una resa decorosa ed il castello venne distrutto. L’anno seguente, venne stipulata la Pace a Romano.